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L`Autore

                                               

Bruno Cisamolo è nato in Italia nel 1937. Dopo aver lasciato il Kenya nel 1979 ha vissuto per dieci anni facendo la spola fra la Germania e la Bolivia dove ha allevato bestiame allo stato brado nella regione amazzonica del Beni. In Africa ha il primo contatto con una natura che lo affascina ma è soltanto in Sud America che ritrova un mondo non ancora contaminato dall’intervento dell’uomo e dove alberi, fiori e animali vivono e si evolvono ancora secondo le loro antiche leggi naturali. Attualmente vive a Colonia, Germania, dove dirige la propria azienda di impor tazione e distribuzione di prodotti alimentari tipici e vini italiani.

Bruno Cisamolo wurde 1937 in Italien geboren. Nach seiner Zeit in Kenia, reiste er ab 1979 zehn Jahre lang zwischen Deutschland und Bolivien hin- und her. In der Amazonasregion Beni züchtete er Vieh in freier Wildbahn. In Afrika trifft er zum ersten Mal auf eine Natur, die ihn den Atem raubt, aber erst in Südamerika entdeckt er eine Welt, die noch nicht durch den Eingriff des Menschen verdorben ist und in der Bäume, Blumen und Tiere noch so gedeihen, wie es die Natur ursprünglich vorgesehen hat.

 

Biografia

Sono nato il 2 settembre 1937 in una modesta località ai piedi dei monti Lepini nel cumune di Sermoneta, provincia di Latina (allora Littoria), noto soprattutto per il castello medioevale dei Conti Gaetani. Sesto figlio di una famiglia di Tregnago trasferitasi al sud per i lavori di bonifica delle paludi pontine, sono l‘unico nato lontano dalle prealpi veronesi. Ciononostante mi sento veronese in tutto e per tutto.

Ho avuto una vita molto movimentata ed ho girato il mondo in lungo e in largo. Il mio primo viaggio importante l‘ho fatto all‘età di sei anni con la mia famiglia che, con cavalli e carretti, scappava agli orrori della seconda guerra mondiale da Latina a Verona. 17 giorni di vera avventura in un'Italia semidistrutta fra pericoli, cannonate e fame.

Non ho studiato molto. Per colpa della guerra e dei continui spostamenti della mia famiglia ho saltato le elementari per entrare, all‘età di 11 anni, direttamente nelle medie a Latina. Poi sono seguiti due anni di ginnasio superiore e, a Roma, un anno di liceo classico. Avevo 17 anni e mio padre non poteva più permettersi di mantenermi a scuola. Così ho fatto per tre anni il camionista. A vent‘anni però mi sono addormentato al volante e questo mi ha dato la forza di smettere. Sono entrato a lavorare in una fabbrica, un pastificio, e questo doveva dare un certo indirizzo alla mia vita futura. Mi piaceva. Lavoravo sette giorni la settimana, dieci ore al giorno ma, ciononostante, mi rimanevano tre ore al giorno di viaggio in tram e autobus che ho investito bene rimettendomi a studiare. Sono diventato un maniaco di corsi per corrispondenza. Ho fatto corsi di disegno tecnico, di matematica, di fisica, di chimica e di elettrotecnica e, con libri usati trovati al mercato delle pulci di Porta Portese ho studiato i primi rudimenti di francese, inglese, tedesco e spagnolo.

All‘età di 22 anni ho fatto una piccola „invenzione", un semplice uovo di Colombo che mi ha permesso di mettermi in proprio e di cominciare a viaggiare in un raggio d‘azione più ampio.
I miei piccoli essiccatoi per la pasta, oltre che in tutta l'Italia, sono andati a finire in Austria, in Portogallo, in Egitto e in Australia.

Tutto era andato bene fino alla congiuntura del '64 che mi aveva messo in crisi. Per fortuna proprio in quell‘occasione mi venne offerto da una grossa industria italiana, la Buitoni-Perugina, di andare a fondare un pastificio in Kenya. Quell‘offerta era destinata a trasformare completamente la mia vita. Sono rimasto in azienda e per dodici anni ho fondato industrie alimentari in giro per il mondo e poi ho diretto anche l‘esportazione del gruppo.

Ho sempre continuato a studiare: un corso di 4 anni per geometri, 5 anni di ingegneria meccanica all‘università di Reading, in Inghilterra e poi amministrazione aziendale, dietologia, food technology, marketing, diritto internazionale, contabilità ed altro. Poi, più tardi, animal behaviour, veterinaria, entomologia e parassitologia tropicali.

Di tutti i paesi in cui ho viaggiato e dove ho operato, il Kenya è stato quello che mi ha maggiormente affascinato. Finito il periodo Buitoni-Perugina sono tornato laggiù per altri due anni per iniziare una nuova vita con Stefania, la mia seconda moglie. Dopo il Kenya avevo deciso che non sarei più tornato ad operare nel mondo „civile" e nel '79 avevamo scelto come nuova dimora la Bolivia, un paese estremamente arretrato e dove quindi ci sarebbe stato tanto da fare. Noi però sognavamo di fare semplicemente gli allevatori di bestiame e di vivere in contatto con la natura e perciò, con i nostri pochi risparmi, avevamo acquistato una proprietà nell‘interno del paese.

Tornati per un breve soggiorno in Europa siamo stati ospiti di mio fratello in Germania ed anche questo avrebbe dato una ulteriore svolta significativa alla nostra vita. Ci siamo trovati in un‘azienda in fallimento e siamo stati costretti a rimboccarci le maniche e a lavorare sodo. Però ce l'abbiamo fatta: l'abbiamo salvata ed infine l‘abbiamo rilevata. Per dieci anni quindi abbiamo vissuto pendolando fra Germania e Bolivia e mettendo in piedi due attività interessanti e completamente diverse. In Bolivia un ranch di 10.000 ettari con 3.500 capi di bestiame ed in Germania un‘azienda di importazione e distribuzione di prodotti alimentari e vini che opera a livello nazionale con marchi propri e oltre venti dipendenti.

Ho cominciato a scrivere nel '97 quando con Stefania abbiamo realizzato uno dei nostri tanti sogni: fare il giro dell‘Atlantico in barca a vela. Abbiamo vissuto cinque mesi di contatto puro con una natura dura ma affascinante, fra pericoli e avventure a non finire e una lotta estrema per la sopravvivenza in un uragano che ci ha sorpresi in mezzo all‘oceano. Erano stati cinque mesi tutti da raccontare e io l‘ho fatto, scrivendo in „Noi, Terra Marique e l‘Atlantico" quel che avevamo vissuto e provato in tutti quei giorni lunghissimi alla guida della barca e in balia degli elementi.

Gli amici che hanno letto il mio primo libro si sono espressi con tanti pareri positivi che mi hanno stimolato a continuare. Avevo scoperto così un altro modo per comunicare con il prossimo.

Tre anni dopo seguiva il mio secondo libro, „Quando volano gli angeli" nel quale raccontavo il nostro secondo viaggio in Atlantico per andare a vela da Hindeloopen, in Olanda, a Roma ma intercalando il racconto con aneddoti e ricordi delle mie tante avventure in giro per il mondo negli anni passati.

Finalmente nel 2002 trovavo il coraggio di cimentarmi in un genere nuovo e pubblicavo „Alle porte del cielo" nel quale il mio cavallo da dressage, Marconi, parla di psicologia spicciola e filosofia della vita. È il libro che amo di più.

L‘anno successivo ho scritto „Incontri con gli Dei", un testo molto impegnativo in cui metto a frutto le mie conoscenze e le esperienze del Kenya e soprattutto i miei sentimenti nei confronti delle trasformazioni macroscopiche in atto in quel paese ed in quelle popolazioni.

Nel 2004 lo stesso libro è stato pubblicato in edizione tedesca col titolo di „Begegnungen mit den Göttern".

Intanto stavo già lavorando ad un altro libro, „Paradisi di ieri" che ho pubblicato in due lingue nel 2005. In questo parlo prevalentemente di natura e di animali e narro alcune avventure vissute nella mia estancia Boliviana incastonata nella giungla amazzonica.

Questo libro ha ottenuto varie recensioni nella stampa italiana e tedesca, alla radio ed alla televisione.

Il mio ultimo libro, pubblicato nel 2008, è la seconda edizione riveduta corretta ed ampliata del primo. È uscito in due lingue col titolo di "Noi e l'Atlantico - Himmel, Wind und Wellen".

Amo tutti i miei libri ma devo ammettere che ho una predilezione particolare per Alle porte del cielo - Dem Himmel so nah" il cui testo, riveduto e corretto e tradotto in tedesco con l'aiuto di Sarah Wollberg è stato ripubblicato in una seconda edizione di lusso nel novembre del 2006.

Spero di scrivere ancora. Ho ancora tanto da dire ma soprattutto spero di riuscire ancora a rivivere, raccontandole, le meraviglie della natura e del mondo in cui viviamo.

 

 

 

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